22 giu 2013

Jiddu Krishnamurti - Sulla paura - ( I parte)

Esiste la paura. La paura non è mai una realtà concreta, esiste prima o dopo il presente in atto. Quando c’è la paura nel presente in atto, si tratta davvero di paura? È lì e non c’è possibilità di fuga, di evasione. Lì, nel momento presente, nel momento del pericolo, fisico o psicologico, c’è un’attenzione totale. Quando c’è attenzione totale, non c’è paura. Al contrario, il fatto reale che manchi l’attenzione genera paura. La paura nasce quando si evita la realtà, quando si fugge. Allora, la fuga in sé è paura.         ( Dal Taccuino di Krishnamurti )
                                                                                                                                                                             
Ma che cos’è la paura? Quali sono i fattori che contribuiscono a costituire la paura? Come tante piccole correnti e tanti piccoli rivoli formano la massa imponente di un fiume, quali sono le piccole correnti che

8 giu 2013

L' EGO: IL FALSO CENTRO

Come prima cosa si deve comprendere come nasce l'ego. Un bimbo nasce. Egli viene al mondo senza alcuna cognizione, né coscienza del suo sé. E quando un bimbo nasce la prima cosa di cui diventa consapevole non è se stesso: come prima cosa diventa consapevole dell’altro. E’ naturale, perché gli occhi si aprono verso l’esterno, le mani toccano gli altri, le orecchie ascoltano gli altri, la lingua sente il sapore del cibo e il naso sente gli odori esterni. Tutti questi sensi sono aperti verso l’esterno. Nascere significa questo. Nascita significa venire in questo mondo: il mondo di ciò che sta fuori. Per cui, quando nasce un bambino, egli nasce a questo mondo. Apre gli occhi, vede gli altri. Gli "Altri" significano il tu. Egli dapprima diventa consapevole della madre. Poi, un po’ alla volta, diventa consapevole del suo corpo. Anche questo è l’altro, anche questo appartiene al mondo esterno. Ha fame e sente il suo corpo; il suo bisogno viene soddisfatto, ed egli si dimentica del corpo. E’ così che un bimbo cresce.

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Prima diventa consapevole dell’altro, e poi, a poco a poco, in contrasto con l’altro, diviene consapevole di se stesso. Tale consapevolezza è una consapevolezza riflessa. Egli non è consapevole di chi lui sia. E’ semplicemente consapevole della madre e di ciò che lei pensa di lui. Se sorride, se gli fa dei complimenti, se gli dice: "Quanto sei bello", se lo abbraccia e lo bacia, il bimbo è soddisfatto di sé. In questo modo, è nato l’ego. Attraverso i complimenti, l’amore, le cure, egli si sente bene, sente di essere apprezzato, sente di avere un significato. Nasce un centro. Ma questo centro è un centro riflesso. Non è il suo vero essere. Egli non sa chi è; sa solo quello che gli altri pensano di lui. E questo è l’ego: il riflesso, ciò che pensano gli altri. Se nessuno pensa che lui sia utile, se nessuno gli fa i complimenti, se nessuno gli sorride, anche in questo caso nasce un ego: un ego malato, triste, rifiutato, simile a una ferita; un ego che si sente inferiore, indegno. Anche questo è ego. Anche questo è un riflesso. Dapprima viene la madre, e all’inizio la madre rappresenta tutto il mondo. Poi alla madre si uniscono gli altri, e il mondo continua a crescere. E più il mondo cresce, più l’ego diventa complesso, perché vi si riflettono le opinioni di molte altre persone.

L’ego è un fenomeno di accumulazione, un sottoprodotto della vita vissuta con gli altri. Se

Migliorare l'autostima è possibile e richiede un impegno costante nel tempo. Non è difficile, basta volerlo veramente e sforzarsi di ...