29 mar 2013

Psicoterapia, meditazione e salute (Han de Witt)

Il nostro flusso di pensieri contiene narrazioni tristi e felici, narrazioni piene di speranza oppure piene di paura, distruttive e creative, belle e brutte, che si fondono con la nostra esperienza sensoriale mediata. Possiamo facilmente immaginare le strategie terapeutiche che mirano a migliorare il modo di concettualizzare l'esperienza cambiando le abitudini mentali del pensiero distruttivo o doloroso in abitudini mentali più sane. Si tratta ovviamente di un approccio valido.
Tuttavia, dal punto di vista psicologico-contemplativo sia i pensieri tristi che quelli felici sono parte della realtà solipsistica creata dalla nostra mente. Possono portare alla salute relativa ma non alla salute assoluta. Infatti, se non distruggiamo questa realtà creata da noi stessi - cioè se confondiamo i nostri pensieri

27 mar 2013

MINDFULNESS E SALUTE PSICOLOGICA



Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, Mindfulness significa “porre attenzione  in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non  giudicante” .
Mindfulness è auto-esplorazione e trasformazione. Permette di assaporare nuovi  modi di conoscere e nuovi modi di essere, ascoltando più attentamente la propria  personale esperienza, momento dopo momento. 
Mindfulness è lo specchio del pensiero. Riflette soltanto che cosa sta accadendo  realmente, senza polarizzazioni.  Mindfulness è osservazione non giudicante. È quella capacità della mente di  osservare le cose così come sono, senza critiche o giudizi.  Mindfulness è un’educazione mentale che ci insegna a fare un’esperienza del  mondo completamente nuova. 

Mindfulness è consapevolezza, è qualcosa in cui si può credere. “Se vogliamo  essere felici, dobbiamo innaffiare il seme della consapevolezza che è in noi. La  consapevolezza è il seme dell’illuminazione,

23 mar 2013

Io sono io - di Virginia Satir



Io sono io

In tutto il mondo, non c'è nessun altro che sia esattamente come me.
Ci sono persone che hanno alcune parti di sé come le mie, ma la somma di queste parti non è esattamente uguale a me.

Perciò, tutto quello che viene da me è autenticamente mio, perché solo io l'ho scelto.
Tutto di me è solo mio: il mio corpo, compreso tutto ciò che fa; la mia mente, comprese le immagini di tutto ciò che contiene; le mie emozioni, qualunque esse possano essere - rabbia, gioia, frustrazione, amore, delusione, eccitazione; la mia bocca, e tutte le parole che ne escono – gentili, dolci o dure, giuste o sbagliate; la mia voce, alta o delicata; e tutte le mie azioni, che siano verso gli altri o verso me stessa.

Sono padrona delle mie fantasie, dei miei sogni, delle mie speranze, delle mie paure.
Sono miei tutti i miei trionfi e successi, tutti i fallimenti e gli errori.
Siccome sono padrona di tutto ciò che è me, posso conoscermi intimamente e prendere davvero confidenza con me stessa.
Così facendo, posso amare me stessa ed essere ben disposta verso tutte le mie parti.
Allora posso fare in modo che tutte le parti di me lavorino nel mio migliore interesse.
So che ci sono alcuni aspetti di me che mi lasciano perplessa, ed altri aspetti che non conosco.
Ma finché sono gentile e amorevole verso me stessa, posso cercare con coraggio e speranza le soluzioni agli enigmi e cercare modi di scoprire più cose su di me.
In qualunque modo io appaia o suoni, qualunque cosa io dica e faccia, e qualunque cosa pensi e provi in un determinato momento, è me stessa.
Questo è autentico, e rappresenta il punto in cui sono in quel momento preciso.
Quando in seguito ripenso a come sono apparsa e come suonavo dall'esterno, cosa ho detto e fatto, come pensavo e come mi sentivo, alcune parti potrebbero risultare inappropriate. Posso liberarmi di ciò che è inappropriato, tenere ciò che si è dimostrato appropriato, ed inventare qualcosa di nuovo al posto di ciò che ho scartato.

Posso vedere, sentire, provare, pensare, dire e fare.

Ho gli strumenti per sopravvivere, per essere vicina agli altri, per essere produttiva, e per dare un senso e un ordine al mondo di persone e cose che c'è al di fuori di me.
Io sono mia, e perciò posso architettare me stessa.


Io sono io, e vado bene così.

22 mar 2013

IL GIUDICE INTERIORE (Super-Ego)


Il Giudice Interiore, anche chiamato Superego, e’ una parte molto specifica della nostra struttura psichica che provvede regole, barriere morali, il codice etico e definisce quindi cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato. 
Normalmente e' caratterizzata da aggressivita' e/o manipolazione ed e' attraverso la presenza di queste qualita' che e' possibile riconoscere quando il superego e' in azione. Il superego e' fondamentalmente la introiezione di tutti i "dobbiamo" e "non dobbiamo" che abbiamo ricevuto dai nostri genitori e successivamente da altre figure di autorita'. Il bebe' il cui ego comincia a formarsi nei primi anni di vita, viene in contatto con I genitori essenzialmente come "regolatori" nel processo di carico e scarico energetico. In questo processo il bimbo comincia a percepire a livello inconscio che vi sono cose che sono permesse e/o apprezzate dai genitori ed altre che sono proibite e/o rifiutate. Per il bimbo la cosa piu' essenziale e' l'amore dei genitori: ancora piu' del cibo esso svolge la funzione di "nutrimento" del sistema psicosomatico. Per tale motivo il bimbo e' estremamente sensibile a tutte le variazioni nella quantita' e qualita' di amore che riceve dai genitori. Ben presto comincia ad accorgersi che dalle sue reazioni e comportamento dipende l'amore che riceve/ricevera' dalla madre e dal padre (soprattutto la madre nei primi mesi di vita).Cosi' un po' alla volta il bimbo riconosce cosa ottiene una risposta e cosa no.Impara anche che quando non c'e' risposta e l'amore non fluisce verso di lui egli vive un grande senso di mancanza, di scomparsa, di disperazione e solitudine.


 Il mondo letteralmente scompare e lui con esso. E' a quel punto che il meccanismo di sopravvivenza va in allarme e comincia a mandare il messaggio " se vuoi sopravvivere devi fare qualcosa, ora!" TUTTO CIO' OVVIAMENTE AVVIENE A LIVELLO INCONSCIO E BASICAMENTE ENERGETICO. A questo punto il bimbo comincia inconsapevolmente a tagliare delle parti di se' che provocano negazione d'amore nella madre. Per esempio: prendiamo un bimbo che nel normale processo di carica e scarica della energia.tenda a piangere molto. Egli comincia a ricevere dai genitori in maniera diretta o indiretta e continuata nel tempo che piangere tanto non va bene; a questo punto il bambino comincia a spingere quella forma specifica di energia che si manifesta attraverso le lacrime e i singhiozzi giu' nell'inconscio attraverso la soppressione dei sintomi - tutto cio' col passare del tempo diverra' materiale inconscio represso. Una volta cresciuto ogni volta che, in diverse circostanze, quel tipo di energia inizia a manifestarsi, una certa dose di ansieta' verra' sperimentata nell'ego. Di nuovo, automaticamente, il sistema va in allarme rosso, l'istinto di sopravvivenza scatta ed il sistema di  controllo formatosi - il superego - rifiuta la possibilita' di piangere o, ancora meglio, non permette neppure che tale possibilita' si manifesti a livello conscio. Quest'ultimo appena descritto e' un processo totalmente inconscio.

 Normalmente ci troviamo gia' immersi in esso quando ci accorgiamo dolorosamente che il superego e' in azione . Normalmente ci sentiamo a disagio, proviamo senso di colpa e/o vergogna e, spesso c'e' una sostanziale contrazione enrgetica e tensione nel corpo. A volte andiamo in shock e perdiamo qualsiasi cognizione della realta' e senso di presenza. Non ci rendiamo veramente conto di cosa e' successo e come ci troviamo dove siamo… Facciamo un altro esempio. Incontro qualcuno da cui mi sento attratto; sperimento un accrescersi della quantita' energetica dovuto all'espansione del piacere nel sentirmi attratto. Per esempio posso percepire eccitazione nel mio cuore e negli organi sessuali, nel ritmo del respiro e nella temperatura della pelle. A questo punto una certa ansieta' si manifesta dall'inconscio.
 Diciamo per esempio che ho una immagine interiore di me stesso per la quale mi definisco "timido", a questo punto il superego potrebbe dire: "Lo sai che sei timido…se tiri fuori che lei ti piace lo farai al solito modo impacciato e lei ti rifiutera' e magari ti prendera' in giro con le amiche…" quindi il superego sta fondamentalmente dicendo "…non sei capace di farlo…non hai cio' di cui c'e' bisogno…non vai bene come sei…" A questo punto il meccanismo e' in movimento ed i risultati pressocche' scontati…o avviene un collasso energetico e la negazione di qualunque azione o l' azione intrapresa e' in partenza adombrata dalla quasi certezza di un fallimento. Cominciamo quindi col notare che ogni volta che ci troviamo in una situazione in cui stiamo per sfidare i normali confini della nostra personalita' e la immagine interiore ad essa connessa, il superego si presentera' puntualmente. Esso funziona come la polizia di frontiera, ha il compito di mantenere fuori tutto cio' che non si confa' con la immagine definita nella struttura psichica e formatasi attraverso il condizionamento genetico, familiare, sociale e religioso ricevuto e col quale, consapevolmente o inconsapevolmente, mi identifico. Ma ancora di piu' che tenere fuori cio' che e' fuori, tiene me dentro, dentro rigidi confini che proteggono lo status quo. Quindi ogni volta che vorro' andare oltre I "miei confini" dovro' affrontare il mio superego o rispondere ad un suo attacco!!! A questo punto impariamo come difenderci dal superego. I passi da seguire sono I seguenti: Il primo e' riconoscere che il superego ci sta attaccando perche' la maggior parte delle volte non ne siamo consapevoli se non quando l'attacco e' gia' avvenuto e concluso, normalmente quando e' venuto il momento di leccarci le ferite. Quindi la cosa piu' importante e' riconoscere l'attacco mentre esso e' in atto. Questo e' il passo piu' difficile. Siamo cosi' abituati and avere un costante dialogo interiore che commenta, valuta e giudica o manipola le nostre esperienze che e' piuttosto arduo riconoscere che;"questa e' la mia esperienza in questo momento ed il movimento della mia energia e quest'altro e' cio' che il superego mi sta dicendo."
Il secondo passo consiste nell'identificare con certezza (il che avviene attraverso la costante pratica ed attenzione),da dove viene l'attacco e specificatamente chi sta parlando - e' mia madre, mio padre, o magari mia nonna o il mio fratello maggiore? Mettete ben in chiaro che chi sta parlando non e' la vostra voce ma soltanto la voce introiettata che vi diede quello specifico input 20 o 30 o piu' anni prima e che ancora state reagendo al trauma di allora. Una volta identificata la voce originaria vi sono varie forme per difendersi contro l'attacco. Il terzo passo e' imparare ad usare aggressione contro aggressione. Cio' che facciamo e' usare aggressione protettiva contro l'aggressione distruttiva del superego.Per esempio diciamo cose come:"Mamma va al diavolo!" o "Basta! Non voglio piu' questa merda" o "Non mi interessa cio' che dici" e riportiamo la nostra attenzione dal dialogo interiore alla energia e le sensazioni che sono stati attaccati. Non dobbiamo mai infognarci in una discussione con il superego giacche' esso non opera sul piano razionale ma su quello inconscio ed in ogni caso e' comunque solo un programma che si ripete ad infinitum. Quindi se ci lasciamo prendere nella discussione finiamo col trovarci in un circolo senza fine.

Una volta che abbiamo imparato a rispondere all'aggressione con aggressione - il che, col tempo, si trasformera' in cio' che noi chiamiamo "forza essenziale"- il superego diverra' pian piano sempre meno onnipotente. A quel punto potremo usare strategie diverse che hanno piu' a che fare con l'osservare consapevolmente, la centratura, l'umorismo o la compassione. Questo e' un processo a lungo termine, non avviene da un giorno all'altro. La ragione per cui vogliamo fare questo tipo di lavoro non sta solo nel fatto che queste voci e le regole che comportano sono state create molti molti anni fa ed ancora controllano le nostre vite, ma soprattutto perche' la presenza del superego impedisce uno sviluppo organico della personalita' .Diviene quindi quasi impossibile cristallizzare, per poi trascendere, il nostro ego quando esso e' ancora rinchiuso nei panni che portava quando aveva due o tre anni. Il superego e' divenuto da strumento di sopravvivenza l'agenzia interna che controlla ed impedisce ogni crescita reale al di la' della personalita' come noi la conosciamo ed esso la definisce.In presenza del superego non e' mai possibile alcuna esperienza diretta di chi sono io. E' quasi impossibile andare alla sorgente di cosa e' l'ego quando siamo costantemente impegnati a correggerlo e controllarlo. Quindi il superego - che Osho chiama "coscienza" o "carattere" e' il primo passo. Allo stesso tempo e' un passo fondamentale perche' quando affrontiamo il superego ed impariamo a difenderci, impariamo anche ad abbattere gli stretti confini che esso difende e ad avere fiducia nella nostra capacita' di vivere senza regole esterne (anche se interiorizzate). E quando cominciamo a distruggere i confini iniziamo anche ad entrare in contatto con una dimensione dello spazio totalmente diversa - sia spazio esteriore che interiore - per raggiungere finalmete quel momento sublime quando anche il confine primario - quello della nostra pellescompare e con esso la separazione tra dentro e fuori, qui e li',me e l'altro. E quando non siamo piu' confinati dalle mura di questo stretto castello cominciamo ad espanderci in tutte le direzioni simultaneamente.  Il silenzio del superego ha a che fare con la incredibile esperienza di presenza e spazio infinito. Per la prima volta e' possibile cominciare a notare che cio' che compone questo universo e in cui tutto si manifesta e' il vuoto molto di piu degli oggetti che esso contiene. Quando i confini scompaiono c'e ' timore ma anche un incredibile senso di poter respirare per la prima volta. 

Durante il processo di scomparsa del superego comincia anche a manifestarsi parallelamente cio' che i mistici del Sufismo chiamano "il corpo di diamante" o "il corpo della conoscenza diretta". Esso incarna quella intelligenza diretta che sa in ogni circostanza cio' che e' giusto aldila' della dicotomia morale giusto/sbagliato. Il superego, come abbiamo detto, e' derivato soprattutto dalla relazione con i genitori. Persone che hanno un forte super ego sono normalmente persone con una ben definita personalita', nel senso di avere uno stabile set di regole etico/morali. In termini di sopravvivenza questo e' un aspetto positivo. Per esempio in persone che hanno disturbi mentali si nota spesso un super ego debole o supersviluppato. Il confrontarci con il superego ci aiuta a rimuovere probabilmente l'ostacolo principale nell'identificazione col nostro passato e la nostra storia personale. Il superego e' come la buccia di un seme che va rotta perche' la pianta possa crescere manifestando cosi' il proprio potenziale. Questo processo non e' ne' semplice ne' indolore. Ci sono molti mostri da incontrare. Ed infine un'altro aspetto essenziale ha a che fare con il fatto che le nostre relazioni sono nella maggior parte dei casi relazioni tra superego, insieme al riconoscere la presenza del nostro superego e la proiezione che di esso operiamo sui nostri partner, amici, la comune, dio, il maestro eccetera. Citazioni sul superego " Perche' non possiamo accettare noi stessi e gli altri cosi' come siamo?" Perche' siamo stati condizionati a rifiutare non ad accettare. Tu sei stato condizionato a negare, a dire di "no". Non hai ancora imparato a dire "si". Tu sei stato condizionato a condannare. Tu sei stato condannato e lo stesso fai con gli altri. Siccome continui a condannare te stesso, devi fare lo stesso anche con gli altri. Non puoi fare altrimenti. I tuoi genitori ti hanno ripetuto:"Ti sbagli, questo non e' giusto, non avresti mai dovuto farlo", e l'hanno ripetuto mille ed una volta. E tu allora hai raccolto un messaggio: che non sei stato accettato per cio' che sei ed amato semplicemente per il fatto di essere. Se soddisfi i loro desideri ti amano; il loro amore e' un affare. Se li segui come un'ombra allora ti apprezzano ed approvano. Se solo divieni un po' libero e cerchi di essere un individuo,sono contro di te -i loro occhi, il loro comportamento, tutto cambia. E ogni bambino e' cosi' indifeso, solo per sopravvivere deve divenire politico ed accettare tutto cio' che i genitori gli dicono…La tua mente e' una mente condizionata. Ecco perche' non puoi accettare te stesso e gli altri.  Ma esiste la possibilita'. Se tu capisci questa cosa -che tutto cio' e' solamente condizionamento allora lo puoi lasciare andare, adesso! Non ti identificare con esso, questo e' l'unico modo. Non pensare che quello sei tu, ricordati che e' la voce della societa' che parla dentro di te. Non chiamarla la tua coscienza, non e' la tua coscienza. E' una pseudo-coscienza creata dalla societa'. E' un trucco, un trucco molto pericoloso. La societa' ha cacciato nella tua mente le sue proprie idee ed esse funzionano come la tua coscienza; di fatto esse non permettono alla tua vera coscienza di venire a galla e non permettono alla tua consapevolezza di assumere il comando della tua vita.
La societa' e' completamente politica. All'esterno ha posto la polizia ed il magistrato, all'interno ha posto la coscienza condizionata. Questa e' il poliziotto e il magistrato interiore. E non contenta di questa soluzione sopra di tutto ha messo dio, il giudice supremo. Quindi lui sta sempre osservandoti, addirittura quando vai al bagno. Qualcuno ti e' sempre appresso, non sei mai lasciato solo. Lascia andare tutto cio', e' solo una idea nella mente a cui tu stai attaccato. Ti e' stata data da altri, e ti e' stata data cosi' presto che tu non ricordi. Ha una funzione politica, non religiosa. Religione vuol dire decondizionamento. Lo scopo della vera religione e' di renderti decondizionato, di liberarti da ogni condizionamento e di permettere che si manifesti cio' che tu sei potenzialmente.

di: Avikal E. Costantino

16 mar 2013

Il senso di colpa (di Fabio Guidi)


Ciascuno di noi, anche le persone apparentemente più sicure di sé, nutrono intimamente la convinzione di non essere degne, cioè un profondo senso di colpa, ad un qualche livello. Ovviamente, il contenuto specifico per cui non ci sentiamo degni varia da individuo a individuo.
C’è addirittura chi sente di non essere degno di vivere. Non dico che questo convincimento sia cosciente, ma, scavando in profondità, non è raro scoprire sentimenti di questo tipo. Forse non siamo stati desiderati? Siamo nati contro la volontà di chi ci ha concepito? La nostra nascita ha suscitato dei gravi problemi? Non è difficile che «esperienze» di questo tipo – perché di esperienze si tratta, dal momento che i sentimenti dei genitori, direttamente espressi o meno, si trasmettono inevitabilmente ai figli –

Il compito fondamentale dell'esistenza (C.G.Jung)

10 mar 2013

IO (Favola di E. Bencivenga)

C’ero una volta io, ma non andava bene. Mi capitava di incontrare gente per strada e di scambiarci due parole, e per un po’ la conversazione era simpatica e calorosa, ma arrivava sempre il momento in cui mi si chiedeva “chi sei?” e io rispondevo “Sono io” e non andava bene. Era vero, perché io sono io, è la cosa che sono di più, e se devo dire chi sono non riesco a pensare a niente di meglio. Eppure non andava bene lo stesso: l’altro faceva uno sguardo imbarazzato e si allontanava il più presto possibile. Oppure chiamavo qualcuno al telefono e gli dicevo “Sono io”, ed era vero e non c’era un modo migliore, più completo, più giusto di dirgli chi ero, ma l’altro imprecava o si metteva a ridere e poi riagganciava. Così mi sono dovuto adattare.

8 mar 2013

MINDFULNESS E BENESSERE PSICOFISICO ( Tre minuti nel presente)




Avete mai visto un chicco d'uva passa?
Visto veramente, si intende; visto nella sua inimmaginata totalità.
Se qualcuno vi chiedesse di prestarci attenzione per ben tre minuti, tre infiniti minuti, cosa fareste?
Tre minuti per la mente sono un tempo amplissimo, un tempo che le permette di viaggiare in talmente tanti luoghi da non ricordarsi, alla fine, nemmeno quanti ne ha visitati.
Tre lunghi minuti concentrati in qualcosa di così minuscolo, un chicco d'uva: «In primo luogo guardiamo attentamente il chicco di uvetta, lo osserviamo come se non avessimo mai visto una cosa simile in vita nostra. Con i polpastrelli ne palpiamo la consistenza, mentre notiamo le sfumature di colore e la forma delle superfici. Facciamo attenzione ai pensieri che si presentano riguardo all'uva passa o al cibo in generale. Se, mentre guardiamo il chicco d'uvetta, proviamo sensazioni di attrazione o repulsione, se ci piace o non ci piace, notiamo anche questo.

Migliorare l'autostima è possibile e richiede un impegno costante nel tempo. Non è difficile, basta volerlo veramente e sforzarsi di ...